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PAMELA VILLORESI

 

Il mio COPPI - pedala, pedala…

soggetto di Albe Ros testo Daniela Morelli

costumi Lucia Mariani
video Andrea Giansanti
luci Marco Scattolini
aiuto regia Raffaella Pontarelli

regia Maurizio Panici


Pamela Villoresi interpreta il ruolo di Maria, sorella maggiore di Coppi.
Il momento è drammatico: Coppi è in agonia e Maria cerca di trattenerlo con la forza del suo amore e della sua pedalata, con la memoria di una vita vissuta in fuga, una vita che ora sta per fuggire davvero.

Coppi: un uomo-mito che con la propria energia, con il corpo, la tenacia e la passione, sfida da solo il mondo, divenendo così per sempre parte sostanziale dell'immaginario collettivo della nostra nazione.


Una donna con la sua fatica.
Un uomo che sta morendo.
Quell'uomo è Fausto Coppi, campione indiscusso e amato, fragile e fortissimo che si trova ad affrontare la sua ultima prova, la più impegnativa.
È la notte del primo gennaio 1960. La donna è sua sorella Maria che disperatamente in quelle ultime ore cerca di tenere in vita "il fragile Airone" che sta per prendere il volo per l'ultimo e definitivo viaggio. Con lei riscopriamo l'uomo Fausto, la sua infanzia, il suo mondo contadino, fatto di malinconia, gentilezza e sacrifici.
Attraverso la fatica del campione riscopriamo la fatica di una nazione che si stava ricostruendo, un paese che usciva da una guerra devastante e attraverso lo sport, il più povero degli sport, il ciclismo, ritrovava la voglia di uscire per le strade, ritrovava la gioia di vivere.
Ed è così, in parallelo, che il "mito" di Coppi e la sua persona si aprono a noi, per farci entrare nella storia di una generazione che costruiva faticosamente la democrazia e che anche se divisa tra i due campioni (Bartali o Coppi) si ritrovava poi insieme di nuovo per costruire un futuro comune.
Oggi come ieri abbiamo bisogno di eroi /campioni che ci insegnino la fatica del vivere, l'etica della sfida leale, la sana competizione che arricchisce e non divide: oggi come allora possiamo tifare per loro e per degli ideali che sono stati il pilastro di questo paese.
Lo spettacolo si avvale del contributo visivo di Andrea Giansanti, che con le sue atmosfere ci aiuta a entrare in un mondo così apparentemente lontano eppure così presente, che ci emoziona fortemente come spettatori e come uomini.

Maurizio Panici

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